Abstract
This article enquires into the reasons for the ongoing lack of a complete catalogue of the composer Luigi Nono’s works 35 years after his death, stressing the need for an official tool to accurately track his creative journey. As such, it considers various aspects of Nono’s work, including the nature of his compositions, the challenges in documenting them, the history of their publication and how their significance has evolved over time. Drawing on Giovanni Morelli’s insights, the article aims to summarize the current state of research on Nono’s work, with potential applications for cataloguing the works of other composers of the latter half of the 20th century.
Questo contributo nasce da una constatazione, dall’aver realizzato che, dopo qualche decennio di ricerca sull’opera di Luigi Nono (1924–1990), anche grazie alla ormai trentennale accessibilità dell’archivio del compositore, non sia ancora stato licenziato un catalogo completo delle sue opere. Manca tutt’ora, uno strumento ‚ufficiale‘ che renda conto dell’intera parabola creativa di Nono, offra un’immagine affidabile e realistica dell’opera edita, ma anche di ciò che egli non ha portato a compimento, che ha lasciato sotto forma di esperimento senza intenderlo tramandare alla posterità, e così via. La casistica è molto varia e in quanto riflesso della complessa natura dei testi e delle opere musicali dell’ultimo settantennio in particolare, nonché della loro tradizione, produzione e prassi esecutiva, una sua analisi valica i confini della produzione di Nono e può approssimarsi all’interesse di chiunque debba redigere il catalogo delle opere di un compositore del secondo Novecento.[1]
Uno dei pochi tentativi di discussione delle componenti del catalogo noniano, ricco di stimolanti spunti di riflessione anche „nelle debolezze d’anacronismo“ di cui si autoaccusa, è il saggio di Giovanni Morelli uscito su „Belfagor“ nel 1995.[2] A partire da quella riflessione, questo contributo cerca di presentare una sintesi in prospettiva catalografica dello stato degli studi sulla produzione noniana, sotto tre diversi aspetti: 1) la natura di questa produzione e le conseguenti difficoltà di un suo censimento; 2) la sua articolata storia editoriale; 3) le mutazioni dello statuto e della funzione di alcune opere nel tempo.
1
All’indomani dell’apertura dell’Archivio Luigi Nono a Venezia nel 1993, una delle prime importanti ‚campagne‘ di riordinamento e inventariazione avviate sul Fondo del compositore intervenne sulle migliaia di manoscritti musicali (schizzi, abbozzi, particelle e così via, fino agli autografi e alle bozze di stampe) relativi alle opere compiute e non di Nono, durante la quale Jürg Stenzl ed Erika Schaller attribuirono un numero d’opera, in ordine cronologico di compimento, delle opere edite e inedite del compositore.[3] A questa logica sfuggono le musiche di scena per „I turcs tal Friùl“ (1976), che recano il numero 62 in quanto riscoperte solo dopo la fine del riordinamento,[4] e i progetti incompiuti, individuati, talora casualmente, nel corso di più ampi studi sull’opera noniana. Non essendo stato possibile chiarire per tutti lo statuto, il grado di elaborazione, le circostanze che li hanno suggeriti, le collaborazioni attivate e poi fallite,[5] la segnatura alfanumerica (P01 = Progetto 1, P02 = Progetto 2 e così via fino a P37) riflette qui l’ordine di censimento e non quello genetico. Il contrario sarebbe del resto prematuro. Considerato che alcuni ambiti dell’opera e della biografia noniana sono ancora inesplorati, non si può escludere che, nel tempo, potrebbero affiorare documenti di altri ‚progetti‘: un’indagine approfondita dei materiali didattici della seconda metà degli anni Quaranta, ad esempio, potrebbe portare ad individuare unità da ascrivere a un’ipotetica voce ‚trascrizioni e orchestrazioni‘, oppure i primissimi passi verso composizioni coeve o successive alla perduta „Discesa agli inferi“ (1945).[6] Inoltre, la disamina che molti progetti attendono, potrebbe corroborare la necessità di una distinzione più responsabile, all’interno della categoria, tra ‚progetti‘ e ‚progettualità‘, da un lato, e ‚desiderata‘, dall’altro: nel primo caso ci troveremmo davanti a voci di catalogo documentate da schizzi e da abbozzi musicali, talora anche prossimi alla compiutezza del progetto o di una sua porzione (si veda, ad esempio, il primo movimento di „Julius Fučik“, P03, e delle „[Due liriche greche]“, P02); nel secondo, annotazioni di un’idea, mai realizzata musicalmente (come gli appunti fugaci depositati su un quaderno del 1956 per un quintetto a fiato, classificato come P09, o quelli epigrafici per un progetto per 4 tube, 4 tromboni, 4 corni, 4 voci basse, P30, che avrebbe dovuto vedere il coinvolgimento dell’interprete di „Post-prae-ludium n. 1 per Donau“, Giancarlo Schiaffini, ed essere eseguito nel 1990, anno della morte di Nono).
Risale ai primi anni Duemila anche il rilevamento, all’interno del catalogo dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) e dell’Archivio Luce, di una dozzina di documentari realizzati tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta e che, nei titoli di testa, annoverano Luigi Nono come autore delle musiche. Studi recenti consacrati a questa produzione hanno fatto emergere l’originalità dell’apporto di Nono e il suo coinvolgimento profondo e continuo in quell’esperienza.[7]
2
Il secondo aspetto al quale alludevamo all’inizio riguarda la storia editoriale dell’opera di Nono, che riflette in parte le vicende biografiche e il percorso artistico intrapreso dal compositore.
Il primo editore di Nono è la Ars Viva Zürich, una casa editrice indipendente rifondata nella città svizzera sul finire del 1949 dal direttore d’orchestra tedesco Hermann Scherchen (1891–1966) che nel proprio catalogo accostava musiche antiche e d’avanguardia, repertori in entrambi i casi allora perlopiù ‚nuovi‘. Figura di riferimento nella formazione di Nono, al pari di Gian Francesco Malipiero e Bruno Maderna, Scherchen l’aveva voluto al suo seguito fin dal 1949 e ospitato anche per lunghi periodi a Zurigo, a Rapallo e a Gravesano, affidandogli un ruolo di copista e di autore di trascrizioni di musica antica, poi anche di autore. Secondo quanto riferisce il giovane compositore in una lettera al padre Mario del 14 gennaio 1952, Scherchen avrebbe avuto persino intenzione, poi non mantenuta, di nominarlo direttore della casa editrice dal gennaio di quell’anno. Ma da lì a pochi anni Scherchen la cede alla ben più imponente B. Schott’s Söhne di Magonza, che già la rappresentava in tutti i paesi almeno dal 1954.[8] Di fatto, anche dopo l’acquisizione, il catalogo dell’Ars Viva Verlag continua ad essere gestito per qualche tempo da Scherchen, ma l’anno della sua morte coincide fatalmente anche con il passaggio di Nono all’editore italiano Ricordi, dopo diversi mesi di trattative. Risale al 1965 la firma dell’ultimo rapporto contrattuale con l’Ars Viva Zürich per „Polifonica-Monodia-Ritmica“, composta ed eseguita per la prima volta 14 anni prima a Darmstadt (10 luglio 1951) da membri dell’orchestra del Landestheater diretti da Scherchen, in una versione ridotta quasi della metà rispetto all’originale. Bisognerà attendere 30 anni perché la Schott pubblicasse la versione integrale, a partire dalla ricostruzione della partitura operata da Veniero Rizzardi ed eseguita a Venezia il 18 gennaio 1997 dall’Ex Novo Ensemble diretto da Diego Masson.
Tra marzo e aprile del 1965, quindi, Nono allaccia i primi contatti con Ricordi e il passaggio effettivo si può dire compiuto il 1° gennaio 1967, a pochi mesi dalla morte di Scherchen, avvenuta a Firenze il 12 giugno dell’anno prima.[9]
Benché scritte prima della stipula del nuovo contratto e di fatto presenti nei cataloghi Ars Viva fino a quell’anno,[10] le ultime opere saranno poi acquisite dal catalogo Ricordi: „Variazioni canoniche sulla serie dell’op. 41 di Arnold Schönberg“ (1950, per orchestra),[11] „Omaggio a Emilio Vedova“ (1960, per nastro magnetico), „La fabbrica illuminata“ (1964, per voce femminile e nastro magnetico), „Musica per Die Ermittlung di Peter Weiss“ (1965, per nastro magnetico) e „Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz“ (1966, idem).
Le ragioni che determinarono resistenze prima e poi la frattura con il primo editore, furono il disinteresse di Schott – con il conseguente e progressivo malcontento del compositore – nei confronti dei due aspetti emergenti nella poetica noniana: l’impiego di tematiche e materiali testuali sempre più schierati politicamente, uniti all’uso innovativo e crescente dell’elettronica. Nono aveva iniziato a confrontarsi con ‚i nuovi mezzi‘ nel novembre del 1953, allo Studio di Colonia e successivi tentativi si registrano tra il 1956 e il 1959 allo Studio di Fonologia della RAI di Milano, ma è solo nel 1960, quando la RAI gli concede lo Studio milanese per 20 giorni, che Nono realizza la prima opera elettronica, uno tra i primi nastri a quattro piste mai prodotti in Italia, „Omaggio a Emilio Vedova“.[12]


Es. 1a e b Esemplare del catalogo Ars Viva, finito di stampare nel giugno 1966, con annotazioni autografe di Luigi Nono. Nota bene: Queste immagini sono escluse dalla licenza CC. Qualsiasi forma di utilizzo richiede il consenso delle Eredi Luigi Nono.
Ricordi, al contrario – grazie anche agli stimoli giunti da Luciana Pestalozza appena insediatasi – intendeva arricchire il catalogo di musica contemporanea e ridurre conseguentemente lo iato che separava la casa editrice dalla ricerca musicale.[13]
Nel gennaio 2005 infine, Rai Trade acquisisce nel proprio catalogo tre titoli fino ad allora inediti, ossia: la prima parte di „Julius Fučik“ (1951), per due voci recitanti e orchestra; „Due liriche greche“ (1948–1949), due brani per coro misto e strumenti così intitolati a posteriori; e infine le „Musiche di scena per Was ihr wollt di William Shakespeare“, di cui „Drei Lieder des Narren“ (1954) per baritono e 5 strumenti,[14] due dei quali, invero, progetti incompiuti per ragioni meramente poetiche, che fanno pertanto luce sull’orizzonte tecnico e la ricerca espressiva del debutto compositivo di Nono. Nel febbraio 2011 Rai Trade è stata incorporata alla Rai e dal 2015 da Rai Com Edizioni e Produzioni Musicali.
3
Si consideri infine che, nel corso del tempo, alcune opere di Nono hanno cambiato ‚funzione‘ e figurano dunque con statuti diversi nei cataloghi editoriali succedutisi negli anni. È questo il caso, ad esempio, di due opere per nastro magnetico „Die Ermittlung“ (1965) e delle „Musiche per Manzù“ (1969),[15] nate rispettivamente come musiche di scena per l’omonima pièce di Peter Weiss e come colonna sonora di un cortometraggio intitolato „Pace e Guerra“, prodotto dal Comitato Amici di Manzù. Entrambe hanno conquistato presto autonomia nella tradizione performativa, anche agli occhi dello stesso compositore, e sono ora annoverate tra le opere di musica elettronica pura. Al contrario, musiche originariamente ordinate nel catalogo dell’editore Ricordi come „Composizioni per nastro magnetico, anche con voci e/o strumenti“, a partire cioè dalla composizione del loro organico (mi riferisco ad „A floresta é jovem e cheja de vida“, 1966, per soprano, 3 voci di attori, clarinetto in si bemolle, lastre e nastri magnetici e a „Y entonces comprendió“, 1969–1970, per 6 voci femminili, coro misto, nastro magnetico a quattro canali), sono state più recentemente annoverate tra esempi di „Teatro Musicale“ di Nono[16] – accanto quindi ad „Al gran sole carico d’amore“ e a „Prometeo. Tragedia dell’ascolto“ del catalogo Ricordi, e all’azione scenica „Intolleranza 1960“, e al balletto „Der rote Mantel“ presenti nel catalogo Schott alla voce „Opere per scena“ – enfatizzando l’ipotesi genetica che aveva mosso l’elaborazione delle due opere, quella di dar vita ad un ‚nuovo stile rappresentativo‘.[17]
Sebbene già con „La fabbrica illuminata“ (1964, per soprano e nastro magnetico a 4 piste), e cioè con il lavoro svolto con Carla Henius allo Studio di Fonologia, Nono avesse iniziato a far intervenire l’esecutore nel processo creativo, rielaborando in una seconda fase i materiali prodotti in sede di prove, è sostanzialmente con „A floresta é jovem e cheja de vida“ che il rapporto tra composizione, testo musicale e performance si modifica sostanzialmente, preconizzando futuri sviluppi. Concepita come terreno di sperimentazione in vari ambiti della composizione, sul timbro e sullo spazio acustico, Nono la eseguì personalmente, in qualità di direttore e regista del suono, per oltre dieci anni. Al lavoro sull’opera, attento e sempre perfettibile ad ogni performance – in cui quanto realizzato dagli strumentisti e dalle voci, spesso gli stessi che avevano prodotto materiali di lavoro e tracciato guide mnemoniche per le loro azioni, veniva organizzato di volta in volta dal compositore – non corrispose mai la fissazione di un testo da affidare ad altri interpreti: operazione evidentemente non prioritaria ed antieconomica per Nono.
La messa in partitura postuma di „A floresta“ è stata suggerita dalla necessità, dopo quasi vent’anni, di restituire alle sale da concerto un’opera altrimenti non più realizzabile.[18] I curatori dell’edizione Ricordi del 1998 hanno ricostruito un testo scritto a partire da numerose e differenti fonti, censite in apparato critico e in parte trascritte in una ricca sezione documentaria: oltre alle parti degli interpreti e ai quaderni di regia di Nono, ricorsero ai nastri di lavoro, agli schizzi cartacei, a testimonianze orali, a fonti iconografiche, epistolari e audiovisive presenti in diversi archivi. Il risultato è un testo affidabile, che consente di rieseguire e riascoltare dal vivo l’opera, ma inevitabilmente rinuncia a quel tipo di dinamica performativa che l’aveva caratterizzata nei primi anni di esistenza.[19]
Comune a molte opere successive (si pensi solo ai casi di „Musica-Manifesto n. 1: a. Un volto, del mare, b. Non consumiamo Marx“, 1969, per due voci e nastro magnetico a 4 canali, o al già citato „Y entonces comprendió“, 1970),[20] la stretta interdipendenza tra lavoro compositivo e performance diviene paradigmatica in tutte le opere degli anni Ottanta. Anche nei casi dati alle stampe dallo stesso compositore, la semiografia musicale sembra inadeguata a restituire ogni aspetto del fenomeno sonoro.
Negli ultimi dieci anni di vita, Nono approfondì gli effetti dell’elaborazione del suono in tempo reale con il live electronics all’Experimentalstudio di Freiburg im Breisgau, e lavorò a stretto contatto con gli interpreti. La prima esecuzione assoluta, nelle opere di dimensione cameristica, è una sorta di ‚improvvisazione guidata‘, e funge quasi da ‚banco di prova‘ per testare le sfide lanciate dall’opera. Nell’ipertrofia delle fasi creativa e performativa, il testo musicale – quando esistente – è la traduzione di una delle possibilità sonore risultate dall’esecuzione, con margini di intervento importanti sulle successive riesecuzioni, ed è sovente poco più di un canovaccio per interpreti e direttore.[21] La fissazione di una partitura avveniva di norma solo dopo la prima esecuzione assoluta: il confronto fra le due versioni di „Omaggio a György Kurtág“ (1983–1986, per contralto, flauto, clarinetto, basso tuba e live electronics), ad esempio, mostra le differenze sostanziali esistenti tra esse, per tutto ciò che negli anni è intervenuto a modificare l’idea dell’opera. È la conoscenza di questo processo creativo a più fasi che ha spinto il Comitato per l’Edizione delle Opere di Luigi Nono[22] a ritirare dal catalogo editoriale „Decouvrir la subversion: hommage a Edmond Jabès“ (1987) per contralto, voce recitante, flauto, tuba, corno e live electronics e „Post-prae-ludium n. 3 ‚BAAB-ARR‘“ (1988), per ottavino solo e live electronics, le quali, pur esistendo in qualche schizzo e abbozzo e nelle registrazioni delle prime (e uniche) esecuzioni, non hanno avuto modo di divenire qualcosa di più di un esperimento agli occhi dello stesso compositore, che non giunse mai a stabilirne un testo scritto.[23]
Abbiamo finora alluso alle ragioni che possono aver disincentivato la compilazione di un catalogo noniano e illustrato i punti di criticità e l’articolata storia editoriale, che Giovanni Morelli aveva suggestivamente ripartito in due macro-categorie, corrispondenti ai due editori principali dell’opera di Nono:
opere del catalogo Ars Viva Verlag = Schott, costituito da „Testi molto ben definiti“, ovvero non estremamente bisognosi di ‚avvertenze dell’autore‘ perché sufficientemente prescrittivi;
opere del „secondo catalogo noniano“, ossia quello Ricordi, „indisponibili alla classificazione“, che „in termini di pura testualità“ hanno „la forma di una costellazione indescrivibilmente cangiante di problematiche diverse della definibilità filologica, e della disponibilità editoriale delle opere“. Tali titoli sono definiti perlopiù ‚inclassificabili‘ perché „non di rado esibiscono la loro natura di opere ‚sospese‘, o l’aspirazione a diventare … opere non tanto non-finite quanto opere fermate lì, che confessano nelle tracce di testualità residue, che pur conservano abbondantemente, l’intento di ottenere rapporti di condivisione“.
Le sottoripartizioni delle opere inclassificabili, individuate a partire dal grado di definizione del testo di ciascun titolo, soffrono oggi di ‚debolezze d’anacronismo‘, per l’inevitabile progresso degli studi e delle edizioni delle opere. Le riportiamo qui per l’interesse della riflessione che si cela dietro il tentativo di classificazione:
Opere integralmente realizzate su nastro;
Testi debolmente definiti, disponibili in edizioni provvisoriamente ricostruite su materiali eterogenei (come „A floresta é jovem e cheja de vida“, „La fabbrica illuminata“, „Per Bastiana – Tai-Yang Cheng [L’Oriente è rosso]“, „Y entonces comprendiò“);
Edizioni definite di testi implicanti assunzioni di soluzioni programmate del live electronics, dotate in varia misura di versioni in facsimile della partitura autografa, note di regia del suono, promemoria degli esecutori, schemi di elettronica („Con Luigi Dallapiccola“, „Das atmende Klarsein“, „Post-prae-ludium per Donau“);
Edizioni di opere in corso di definizione critica-ricostruttiva: testi implicanti decisioni sulle definitive soluzioni dei programmi del live electronics, materiali in corso di definizione o di copiatura o di realizzazione di apparati critici di supporto; edizioni sinora incomplete dotabili di versioni parziali della partitura autografa, note di regia del suono, promemoria degli esecutori, schemi di elettronica, facsimili diversi di fonti testuali accessorie („1° Caminantes … Ayacucho“, „A Pierre. Dell’azzurro silenzio, inquietum“, „Guai ai gelidi mostri“, „Io, frammento del Prometeo“, „Omaggio a György Kurtág“, „Quando stanno morendo. Diario polacco n. 2“, „Risonanze erranti. Liederzyklus a Massimo Cacciari“);
Edizioni provvisorie ‚abbastanza definite‘, ma mancanti di qualche elemento d’organico o di sezioni rimaste aperte („Al gran sole carico d’amore“, „Hay que caminar soñando“, „La lontananza nostalgica utopica futura. Madrigale per più ‚caminantes‘ con Gidon Kremer“);
Opere del tutto inedite o irraggiungibili („Siamo la gioventù del Vietnam“; „¿Donde estás hermano?“);
Testi in edizione stabilita definitiva („2° No hay caminos, hay que caminar … Andrej Tarkowskij“, „A Carlo Scarpa, architetto, ai suoi infiniti possibili“, „Como una ola de fuerza y luz“, „Ein Gespenst geht um in der Welt“, „Fragmente – Stille, An Diotima“, „… sofferte onde serene …“).[24]
Alla luce delle considerazioni riportate sopra, si propone di seguito una cronologia delle opere con cui si intendono censire i titoli editi, inediti, incompiuti, ritirati, dispersi, finora individuati all’interno della parabola creativa del compositore, che va grosso modo dal 1945 all’anno della sua morte.[25]
Per questioni di spazio ci si è limitati qui ad indicare, per ogni opera:
–data di composizione o arco di gestazione: in presenza di più versioni d’autore, la voce viene replicata in corrispondenza dell’anno di rielaborazione;
–numero d’opera progressivo, se ne è stato attribuito uno dall’Archivio Luigi Nono al tempo del riordinamento e censimento, come nel caso delle opere edite e dei progetti, questi ultimi con numerazione autonoma e preceduta dalla lettera P; l’indicazione s.[enza] n.[umero] ricorre in corrispondenza delle musiche dei documentari che ne sono appunto prive;
–titolo uniforme, attribuito sulla base del contenuto, nel caso dei progetti incompiuti; organico sommario e autore/i delle fonti testuali;
–statuto dell’opera (edito, inedito, ritirato, incompiuto, perduto); nel caso di opere edite, la casa editrice e numero/i editoriale/i se esistono più edizioni: le prime edizioni consistevano spesso nella riproduzione eliografica dell’autografo, al quale veniva apposto il copyright e attribuito un numero editoriale e solo negli anni gli editori hanno ripubblicato, corretto e rivisto le partiture e trascritte informaticamente;
–anno di pubblicazione o di copyright, se differisce dalla data di composizione, o data di esecuzione, nei rari casi di opere inedite o incompiute.[26]
Una precisazione a parte meritano i titoli delle opere di Nono che, nel tempo, sono stati riportati spesso in maniera difforme dai vari repertori. Le ragioni della proliferazione di diverse tradizioni risiedono nella costituzione stessa dei titoli, che fanno largo impiego di citazioni in altre lingue (talora già copiate erroneamente dal compositore, a partire dalla fonte testuale di riferimento, come „Hay que caminar soñando“ [sognando], „A floresta é jovem e cheja [cheya] de vida“); di vari tipi di interpunzione („… sofferte onde serene …“; „Quando stanno morendo. Diario polacco n. 2“; „Risonanze erranti. Liederzyklus a Massimo Cacciari“); dei numeri ordinali all’inizio („1° Caminantes … Ayacucho“; „2° No hay caminos, hay que caminar … Andrej Tarkovskij“); delle maiuscole/minuscole („Post-prae-ludium n. 1 per Donau“; „La lontananza nostalgica utopica futura“).
Alla consultazione dell’elenco delle opere edite e di alcuni progetti incompiuti presente sul sito dell’Archivio Luigi Nono (in progress) si rinvia per ogni dettaglio relativo alle singole schede: eventuale suddivisione in parti o movimenti di ciascun titolo, indicazione dell’organico analitico, autore del testo o della fonte letteraria; luogo e data della prima esecuzione assoluta (città, nome dell’iniziativa/titolo della manifestazione, luogo/sala, data, interpreti e competenze coinvolte, che sono degli indicatori importanti dei luoghi geografici e dei contesti del primo irraggiamento dell’opera di Nono), committente, e in presenza di più versioni, sono replicati i dati relativi ad ogni singolo evento; dedica (sia quella riportata sull’autografo, sia nel caso essa sia ritirata in seguito dall’autore, o diverga dal titolo, di cui l’opera è un omaggio); durata della prima incisione e delle versioni definitive.[27]
Appendice
Cronologia delle opere di Luigi Nono
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Data Composizione |
Numero opera |
Titolo/Organico/Autore dei testi |
Editore/Produttore/Statuto |
Anno di pubblicazione o data prima esecuzione assoluta |
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1945 |
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La discesa di Cristo agli inferi |
Perduta |
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1948 |
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[Movimento di Trio, per archi] |
Inedito |
29 gennaio 2004[28] |
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1948–1949 |
P01 |
[Liriche d’Ungaretti] |
Progetto |
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P02 |
[Due liriche greche]: La stella mattutina, per coro e sette strumenti (testo: Ione di Ceo; trad.: Salvatore Quasimodo); Ai Dioscuri, per coro misto, pianoforte, timpani e percussioni (testo: Alceo, trad.: Salvatore Quasimodo) |
Progetto parzialmente compiuto Rai-Trade RTC 1882/1–2 |
2006 |
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1949–1950 |
01 |
Variazioni canoniche sulla serie dell’op. 41 di Arnold Schönberg, per orchestra |
Ricordi 133874 |
1985[29] |
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1950–1951 |
P03 |
Julius Fučík. Cantata in 3 movimenti, per 2 voci recitanti e orchestra (testo: Julius Fučík) |
Progetto parzialmente compiuto (parte prima) Rai-Trade RTC 1818 |
2006 |
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1951 |
02 |
Polifonica-Monodia-Ritmica, per 6 strumenti e percussione |
Ars Viva AVV 76 |
1965 |
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02 |
Polifonica-Monodia-Ritmica, per 6 strumenti e percussione (versione originale) |
Schott |
1997[30] |
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03 |
Composizione per orchestra [n. 1] |
Ars Viva |
1952 |
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04 |
Epitaffio per Federico García Lorca I. España en el corazón. Studi per soprano, baritono, coro parlato e strumenti (testi: Federico García Lorca, Pablo Neruda) |
Ars Viva AVV 42[31] |
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1952 |
05 |
Epitaffio per Federico García Lorca II. Y su sangre ya viene cantando, per flauto e piccola orchestra (testo: Federico García Lorca) |
Ars Viva AVV 55 |
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1952–1953 |
06 |
Epitaffio per Federico García Lorca III. Memento. Romance de la Guardia civil española, per voce recitante, coro parlato e orchestra (testo: Federico García Lorca) |
Ars Viva AVV 49 |
1974[32] |
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1953 |
07 |
Due espressioni, per orchestra |
Ars Viva |
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1954 |
08 |
La victoire de Guernica, per coro misto e orchestra (testo: Paul Eluard) |
Ars Viva AVV 69 |
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09 |
Liebeslied, per coro misto e strumenti (testo: Luigi Nono) |
Ars Viva AVV 60 |
1956 |
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10 |
Der rote Mantel (Il mantello rosso). Balletto in tre quadri di Tatjana Gsowsky dal Don Perlimplin di Federico García Lorca, per soprano, baritono, coro misto e orchestra (trad.: Heinrich Beck) |
Ars Viva[33] |
LAVV 3063-01 |
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10B |
Der rote Mantel (Il mantello rosso). Suite da concerto (B), per orchestra |
Ars Viva |
LAVV 3063-03 |
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11 |
Musiche di scena per Was ihr wollt (As You Like It) di William Shakespeare, per baritono e cinque strumentisti |
Rai Trade RTC 1924 |
2006 |
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P05 |
[Concerto per corno ed orchestra] |
Progetto |
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[Liebeskonzert], per flauto, corno, canto e orchestra |
Progetto |
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1955 |
10A |
Der rote Mantel (Il mantello rosso). Suite da concerto (A) per soprano, baritono, coro misto e orchestra |
Ars Viva LAVV 3063-02 |
1955 |
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12 |
Canti per 13 [strumenti] |
Ars Viva |
1977 |
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13 |
Incontri, per 24 strumenti |
Ars Viva AVV 52 |
1958; 1986 |
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1955–1956 |
14 |
Il canto sospeso, per soprano, contralto, tenore, coro misto e orchestra (testi di condannati a morte della Resistenza europea, raccolti da Giovanni Pirelli) |
Ars Viva AVV 205 |
1957 |
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P04 |
[Prima composizione elettronica] |
Progetto |
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1956 |
P09 |
[Quintetto a fiato] |
Progetto |
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1957 |
15 |
Varianti, musica per violino solo, archi e legni |
Ars Viva AVV 51 |
1957 |
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16 |
La terra e la compagna, canti di Cesare Pavese per soprano, tenore, coro e strumenti |
Ars Viva AVV 56 |
1959 |
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P31 |
[Progetto teatrale su Aufstand der Fischer von St. Barbara di Anna Seghers] |
Progetto |
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P32 |
[Progetto di una manifestazione di solidarietà verso gli spagnoli in Campo S. Angelo a Venezia] |
Progetto |
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1958 |
17 |
Piccola gala notturna veneziana in onore dei sessanta anni di Heinrich Strobel, per quattordici strumenti |
Inedita |
Esecuzione non rilevata |
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18 |
Cori di Didone, da La terra promessa di Giuseppe Ungaretti, per coro e percussione |
Ars Viva AVV 54 |
1958; 1986 |
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1959 |
19 |
Composizione per orchestra n. 2. Diario polacco ’58 |
Ars Viva AVV 66 |
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P24 |
[Progetto teatrale con Italo Calvino] |
Progetto |
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1960 |
20 |
Sarà dolce tacere, canto per otto soli da La terra la morte di Cesare Pavese |
Ars Viva AVV 5 |
1960 |
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21 |
„Ha venido“. Canciones para Silvia, per soprano e coro di sei soprani (testo: Antonio Machado) |
Ars Viva AVV 6 |
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22 |
Omaggio a Emilio Vedova, per nastro magnetico |
Ars Viva/Ricordi 131271 |
1961 |
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P06 |
[Per Dartington] |
Progetto |
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1960–1961 |
23 |
Intolleranza 1960. Azione scenica in due tempi da un’idea di Angelo Maria Ripellino, per soli, coro, orchestra e nastro magnetico (testi: Henri Alleg, Bertolt Brecht, Paul Eluard, Julius Fučík, Vladimir Majakovskij, Angelo Maria Ripellino, Jean-Paul Sartre) |
Ars Viva AVV 75 Schott Music GmbH & Co A258V |
1962 2013[34] |
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1961 |
P17 |
[Progetto su poesie pavesiane] |
Progetto |
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1962 |
24 |
Canti di vita e d’amore. Sul ponte di Hiroshima, per soprano, tenore e orchestra (testi: Günther Anders, Jesus López Pacheco, Cesare Pavese) |
Ars Viva GmbH AVV 78 |
1963 |
|
1962–1963 |
25 |
Canciones a Guiomar, per soprano, coro di sei voci femminili e strumenti (testo: Antonio Machado) |
Ars Viva AVV 284 |
[s. d.] |
|
1963 |
P07 |
Technically Sweet, teatro musicale su testi a cura di Emilio Jona |
Progetto |
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P08 |
[Progetto teatrale con Emilio Jona] |
Progetto |
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P18 |
[Sei fatta di carne di capelli di sguardi anche tu] |
Progetto |
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P33 |
[Per la Biennale 1963] |
Progetto |
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1963–1964 |
26 |
Diario italiano, teatro musicale su testi a cura di Giuliano Scabia |
Incompiuto |
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26A |
da un Diario italiano, per due cori a 36 voci (testi documentari a cura di Giuliano Scabia) |
Progetto parzialmente compiuto Schott |
1996[35] |
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P23 |
[Ça ira] |
Progetto |
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P34 |
[La città possibile] e [storia di operai] |
Progetto |
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27 |
La fabbrica illuminata, per soprano e nastro magnetico a 4 piste (testi di operai dell’Italsider di Genova, contratti sindacali, Giuliano Scabia, Cesare Pavese) |
Ars Viva Ricordi 131242 (nastro) 131321 Ricordi 139738 |
1966 1967 2010[36] |
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1964–1965 |
P10 |
Deola e Masino, teatro musicale |
Progetto |
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28 |
Musiche per Die Ermittlung di Peter Weiss, per nastro magnetico a 4 canali |
Ars Viva Ricordi 132668 |
|
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1965 |
19A |
Composizione per orchestra n. 2 – Diario polacco ’58, nuova versione con nastro magnetico |
Ars Viva |
29 settembre 1965[37] |
|
1965–1966 |
|
A floresta é jovem e cheja de vida, per soprano, tre voci di attori, clarinetto in si b, lastre e nastri magnetici (testi a cura di Giovanni Pirelli) |
Ricordi 131241 |
1966 1994 1998[38] |
|
1965–1968 |
P11 |
[Progetto di teatro musicale in collaborazione con Giovanni Pirelli] |
Progetto |
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1966 |
29 |
Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, per nastro magnetico a 4 piste |
Ars Viva Ricordi 131244 |
1966 1967 |
|
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P35 |
[Per Hermann Scherchen] |
Progetto |
|
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1967 |
31 |
Per Bastiana – Tai-Yang Cheng, per tre gruppi di strumenti e nastro magnetico a 2 canali |
Ricordi 131289 |
|
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[s. n.] |
La guerra olvidada – Fragmentos cinematograficos sobre otra impune agresion [documentario; regia: Santiago Álvarez] |
|
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1968 |
32 |
Contrappunto dialettico alla mente, per nastro magnetico bicanale (testi documentari: Nanni Balestrini, Sonia Sánchez) |
Ricordi 131457 |
|
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33 |
Musica-Manifesto n. 1: Un volto, del mare, per due voci femminili e nastro magnetico a 4 tracce (testo: Cesare Pavese); Non consumiamo Marx, per nastro magnetico a 4 tracce (testi documentari) |
Ricordi 131528/9 |
|
|
|
34 |
Musiche per Manzù, per nastro magnetico monocanale (musica per il film Pace e guerra prodotto per incarico della „Raccolta amici di Manzù“; regia: Mario Bernardo) |
Ricordi 131244 |
|
|
|
[s. n.] |
San Vittore 1969 (produzione discografica di canzoni in collaborazione con Mario Buffa Moncalvo) |
Ricordi Vinile SMRP 9080 |
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[s. n.] |
F come fiume come fango come Firenze [documentario; regia: Vittorio Togliatti; Unitelefilm; confluito in: L’Arno è anche un fiume] |
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1968–1969 |
P12 |
[L’immaginazione prende il potere] |
Progetto |
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1969 |
P13 |
[Lettera di Ernesto „Che“ Guevara al Tricontinental] |
Progetto |
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[s. n.] |
L’offensiva del Tet [documentario; regia e produzione: Collettivo Cineasti del Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam del Sud] |
Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam del Sud |
|
|
|
23A |
Intolleranza 1960. Suite da concerto, per soprano, coro (su nastro) e orchestra |
Ars Viva |
1969 |
|
1969–1970 |
35 |
Y entonces comprendió, per tre soprani, tre voci di attrici, coro e nastro magnetico a 4 canali (testi: Carlos Franqui, Ernesto „Che“ Guevara) |
Ricordi 131647 |
|
|
|
36 |
Voci destroying muros, per due soprani, due voci femminili recitanti, coro femminile e orchestra (testi documentari: Rosa Luxemburg, Hannie Schaft, Riek Snel, Haydée Santamaría, Celia Sánchez, Cesare Pavese) |
Ricordi/Ritirata |
25 giugno 1970[39] |
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|
P14 |
[Per Bremen 1970] |
Progetto |
|
|
|
P15 |
[Quartetto d’archi] |
Progetto |
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|
1970 |
[s. n.] |
La fabbrica [documentario; regia: Lino De Seriis, Alberto Lauriello] |
|
|
|
[s. d.] |
[s. n.] |
[Anni Settanta] (documentario; regia: Roberto Aristarco, Luigi Betanini, Gianni Minello) |
Centro cinematografico di documentazione proletaria |
|
|
1971 |
37 |
Ein Gespenst geht um in der Welt, per soprano, coro misto e orchestra (testi: Karl Marx, Celia Sánchez, Haydée Santamaría) |
Ricordi 131806 |
|
|
|
[s. n.] |
Un futuro per Genova [documentario; regia: Luigi Perelli] |
Ufficio Cinema PCI; Unitelefilm |
|
|
|
[s. n.] |
Laos escalation [documentario; regia: Luigi Perelli] |
Unitelefilm |
|
|
1971–1972 |
38 |
Como una ola de fuerza y luz, per soprano, pianoforte, orchestra e nastro magnetico (testo: Julio Huasi) |
Ricordi 131983 |
|
|
1972–1974 |
40 |
Al gran sole carico d’amore, azione scenica in due parti per soli, piccolo e grande coro, orchestra e nastro magnetico (testi: Bertolt Brecht, Tania Bunke, Fidel Castro, Ernesto „Che“ Guevara, Dimitrov, Maksim Gorkij, Antonio Gramsci, Lenin, Karl Marx, Louise Michel, Cesare Pavese, Arthur Rimbaud, Celia Sánchez, Haydée Santamaría) |
Ricordi 132625 |
1975 |
|
1973 |
39 |
Siamo la gioventù del Vietnam, per coro a una parte (testi: dichiarazione d’indipendenza della Repubblica democratica del Vietnam, Girolamo Federici) |
Inedito |
|
|
1974 |
41 |
Für Paul Dessau, per nastro magnetico bicanale |
Ricordi 132670 |
|
|
1975 |
[s. n.] |
Per un’Italia diversa [documentario; regia: Antonio Bertini] |
|
|
|
|
[s. n.] |
Crimini di pace [documentario; regia: Gian Butturini; Collettivo italiano cinema di lotta] |
Unitelefilm |
|
|
|
[s. n.] |
Lotta partigiana [documentario; regia: Paolo Gobetti, Giuseppe Risso] |
Archivio nazionale cinematografico della Resistenza |
|
|
1976 |
42 |
… sofferte onde serene …, per pianoforte e nastro magnetico bicanale |
Ricordi 132564 |
1977 1992[40] |
|
|
62 |
Musiche di scena per I turcs tal Friûl di Pier Paolo Pasolini, per voci e strumenti |
Inedito |
2001[41] |
|
1976–1978 |
40A |
Al gran sole carico d’amore. Frammenti per soli, coro, orchestra e nastro magnetico |
Ricordi 134420 |
I versione 1976 II versione 1978 |
|
|
P37 |
[Progetto per voci soliste, chitarra, flauti e strumenti su un testo spagnolo] |
Progetto |
|
|
1978 |
40B |
Al gran sole carico d’amore (nuova versione) |
Ricordi 132625 |
2009[42] |
|
1979 |
43 |
Con Luigi Dallapiccola, per sei percussionisti e live electronics |
Ricordi 132945 |
1988 |
|
|
P19 |
[Kolomb] |
Progetto |
|
|
1979–1980 |
44 |
Fragmente-Stille, an Diotima, per quartetto d’archi |
Ricordi 133049 |
1980 1997 |
|
1981 |
45 |
Das atmende Klarsein, per flauto basso, piccolo coro, live electronics e nastro magnetico (testi raccolti ed elaborati da Massimo Cacciari: Rainer Maria Rilke, inni orfici) |
Ricordi 133476 Ricordi 139378 |
1987; 2005[43] |
|
|
46 |
Io, frammento da Prometeo, a più cori, per tre soprani, piccolo coro, flauto basso, clarinetto contrabbasso e live electronics (testi di Eschilo e Friedrich Hölderlin raccolti ed elaborati da Massimo Cacciari) |
Ricordi 133368 |
1981 2002[44] |
|
1981–1985 |
51 |
Prometeo. Tragedia dell’ascolto, per solisti vocali e strumentali, coro, orchestra e live electronics (testi raccolti ed elaborati da Massimo Cacciari) |
Ricordi 133786 |
1984 |
|
1982 |
47 |
Quando stanno morendo. Diario polacco n. 2, per due soprani, mezzosoprano, contralto, flauto basso, violoncello e live electronics (testi di Endre Ady, Aleksandr Blok, Velemir Chlebnikov, Ciesław Miłosz e Boris Pasternak raccolti ed elaborati da Massimo Cacciari) |
Ricordi 133462 |
1999[45] |
|
|
48 |
¿Donde estás hermano?, per quattro voci femminili |
Ricordi 133477 |
1982 |
|
|
49 |
Omaggio a György Kurtág, (I versione) per contralto, flauto, clarinetto in Sib, basso tuba e live electronics (testo: „György Kurtág“) |
Ricordi 133784 |
1983 |
|
1983 |
50 |
Guai ai gelidi mostri, per due contralti, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, clarinetto, tuba e live electronics (testi di Gottfried Benn, Lucrezio, Friedrich Nietzsche, Edgar Allan Poe e Rainer Maria Rilke raccolti ed elaborati da Massimo Cacciari) |
Ricordi 133783 |
1983 |
|
1984 |
52 |
A Carlo Scarpa architetto, ai suoi infiniti possibili, per orchestra a microintervalli |
Ricordi 133838 |
1985 1997 |
|
1985 |
53 |
A Pierre. Dell’azzurro silenzio, inquietum, a più cori, per flauto contrabbasso in sol, clarinetto contrabbasso in Sib e live electronics |
Ricordi 133943 |
1985 1996[46] |
|
|
51A |
Prometeo. Tragedia dell’ascolto (nuova versione) |
Ricordi 139789 |
1985 2021[47] |
|
1986 |
54 |
Risonanze erranti. Liederzyklus a Massimo Cacciari, per contralto, flauto, tuba, sei percussionisti e live electronics (testi di Ingeborg Bachmann e Herman Melville) (nuova definitiva) |
Ricordi 134201 |
1986 1987 |
|
1985–1987 |
P19 |
[Kolomb] |
Progetto |
|
|
1985–1988 |
P25 |
[Outsider] |
Progetto |
|
|
|
P26 |
[Berlin Kleine Philharmonie] |
Progetto |
|
|
1986 |
49A |
Omaggio a György Kurtág (versione definitiva), per contralto, flauto, clarinetto, basso tuba e live electronics |
Ricordi 133784 |
1996[48] |
|
1986–1987 |
55 |
1º „Caminantes … Ayacucho“, per contralto, flauto basso, organo, due cori, orchestra a tre cori e live electronics (testo: Giordano Bruno) |
Ricordi 134351 |
1987 |
|
1986–1990 |
P21 |
[Post-prae-ludium Stammheim] |
Progetto |
|
|
1987 |
56 |
Découvrir la subversion. Hommage à Edmond Jabès, per contralto, voce recitante, flauto, tuba, corno e live electronics (testo: Edmond Jabès) |
Ricordi/Ritirato |
5 ottobre 1987 |
|
|
57 |
Post-prae-ludium per Donau, per tuba e live electronics |
Ricordi 134668 |
1992[49] |
|
|
58 |
2º „No hay caminos. Hay que caminar … Andrei Tarkowskij“, per sette cori [gruppi orchestrali] |
Ricordi 134518 |
|
|
|
P16 |
[Quartetto Arditti/Mondrian] |
Progetto |
|
|
1988 |
60 |
Post-prae-ludium BAAB-ARR, per ottavino |
Ricordi/Ritirato |
4 settembre 1988 |
|
1988–1989 |
59 |
La lontananza nostalgica utopica futura. Madrigale per più „caminantes“ con Gidon Kremer, per violino e nastri magnetici |
Ricordi 134798/I–VI |
1999 |
|
1988–1990 |
P27 |
[Empedocle] |
Progetto |
|
|
1989 |
61 |
„Hay que caminar“ sognando, per due violini |
Ricordi 134955 |
1989 |
|
|
P29 |
[Per Carnegie Hall] |
Progetto |
|
|
|
P30 |
[Per 13 ottoni e voci basse] |
Progetto |
|
|
1990 |
P22 |
[Post-prae-ludium per clarinetto] |
Progetto |
|
|
|
P28 |
[Per i 60 anni di Toru Takemitsu] |
Progetto |
|
Fonte delle illustrazioni
Fig. 1 e 2: Archivio Luigi Nono, Venezia. Biblioteca personale del compositore, ALN B 3625, © Eredi Luigi Nono, per gentile concessione.
© 2024 bei den Autorinnen und den Autoren, publiziert von De Gruyter.
Dieses Werk ist lizenziert unter der Creative Commons Namensnennung - Nicht kommerziell - Keine Bearbeitung 4.0 International Lizenz.
Artikel in diesem Heft
- Titelseiten
- Jahresbericht des DHI Rom 2023
- Themenschwerpunkt The Material Legacies of Italian Colonialism/I lasciti materiali del colonialismo italiano herausgegeben von Bianca Gaudenzi
- Cultura materiale e memorie del colonialismo italiano dal secondo dopoguerra a oggi
- Memorie di pietra del colonialismo italiano
- Legislazione e prassi italiane in materia di beni culturali tra protezionismo e universalismo
- Monumental Artworks as Difficult Heritage
- „Italia si, Italia no“. Materialità transimperiali e soggetti (post)coloniali tra Italia ed Etiopia (1956–1974)
- Una ‚reliquia colonialeʻ
- Artikel
- „Actus Beneventus in filicissimus palatio“?
- Annone di Colonia, Enrico IV e Anselmo III da Rho
- Motivazioni politiche e contesto sociale
- Signori e signorie nella Sicilia normanna
- Processi pontifici in partibus. La giurisdizione papale delegata nel XIII secolo: alcuni casi in Puglia
- Wofür und auf welche Weise Herzog Magnus II. von Mecklenburg 1487 von Papst Innozenz VIII. die Goldene Rose erhielt
- Una spia portoghese e la crociata all’indomani di Lepanto
- Die Korrespondenz des Kardinalnepoten Francesco Barberini mit P. Alessandro d’Ales, seinem Agenten am Kaiserhof (1634–1635)
- Konkurrenz um das kulturelle Gedächtnis?
- Il fascismo recensito
- Il rischio dei ‚Giusti‘
- „Die Steine zum Sprechen bringen“
- L’espansione del quadrante occidentale della Capitale negli anni Cinquanta e il complesso architettonico della Congregazione di Santa Croce oggi Istituto Storico Germanico di Roma
- Fantasma totalitario e democrazia blindata
- Per un catalogo delle opere di Luigi Nono, con „pochi dati e alcune idee vagabonde sulla diversa natura della ‚tradizione‘ delle opere di Nono in quanto ‚testo‘“ e una cronologia
- Forschungsberichte
- L’identità dello Stato beneventano
- Dall’edizione cartacea alla pubblicazione su piattaforma
- Tagungen des Instituts
- Administration in Times of Crisis. The Roman Papacy in the Great Western Schism
- Apparati, tecniche, oggetti dell’agire diplomatico (secc. XIV–XIX)
- Nuove prospettive di ricerca su stato di eccezione e di emergenza. Un dialogo italo-tedesco
- (De)Constructing Europe. Tensions of Europeanization
- Circolo Medievistico Romano
- Circolo Medievistico Romano 2023
- Rezensionen
- Verzeichnis der Rezensionen
- Leitrezensionen
- Ist das „Mittelalter“ am Ende?
- L’Italia dal Settecento a oggi: un Sonderweg?
- 1820 – Eine Weltkrise der politischen Souveränität?
- Allgemein, Mittelalter, Frühe Neuzeit, 19.–21. Jahrhundert
- Erratum to: Antonio Mursia, Signori e signorie nella Sicilia normanna. Due pergamene inedite sui Perollo di Gagliano (1142–1176)
- Verzeichnis der Rezensentinnen und Rezensenten
- Register der in den Rezensionen genannten Autorinnen und Autoren
Artikel in diesem Heft
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- Themenschwerpunkt The Material Legacies of Italian Colonialism/I lasciti materiali del colonialismo italiano herausgegeben von Bianca Gaudenzi
- Cultura materiale e memorie del colonialismo italiano dal secondo dopoguerra a oggi
- Memorie di pietra del colonialismo italiano
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- Una ‚reliquia colonialeʻ
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- Annone di Colonia, Enrico IV e Anselmo III da Rho
- Motivazioni politiche e contesto sociale
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- Wofür und auf welche Weise Herzog Magnus II. von Mecklenburg 1487 von Papst Innozenz VIII. die Goldene Rose erhielt
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- Konkurrenz um das kulturelle Gedächtnis?
- Il fascismo recensito
- Il rischio dei ‚Giusti‘
- „Die Steine zum Sprechen bringen“
- L’espansione del quadrante occidentale della Capitale negli anni Cinquanta e il complesso architettonico della Congregazione di Santa Croce oggi Istituto Storico Germanico di Roma
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