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Lectura Dantis Inferno XXI: Ein Zwischenspiel der Karsamstags(un)genauigkeit

  • Moritz Rauchhaus EMAIL logo
Veröffentlicht/Copyright: 13. November 2024
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Riassunto

Il ventunesimo canto dell’Inferno è spesso considerato un interludio che presenta diavoli invece di peccatori umani. La scelta di questo inserimento è stato oggetto di discussione: Perché Dante lo inserisce a questo punto, per beffare i suoi accusatori (siccome secondo loro sarebbe finito proprio in questa bolgia della baratterìa) o per sottolineare il carattere comico della sua Commedia? Questa Lectura cerca di interpretare il canto come l’espressione della situazione liturgica in cui Dante e Virgilio si trovano, cioè il Sabato Santo. Il canto contiene una datazione precisa del viaggio di Dante, che però, pur dedicandogli una terzina intera, non nomina mai il giorno di nome proprio (»Ier, più oltre cinqu’ore che quest’otta / mille dugento con sessanta sei / anni compié che qui la via fu rotta«, 112–114). Questo gioco fra la certezza e l’incertezza, fra il visibile e l’invisibile e fra il detto e il nascosto caratterizza il Sabato Santo che, in questo canto, non è solo citato ma rievocato. La comicità del canto, che comincia con le parole »mia comedìa« (2) e finisce con la flatulenza di un diavolo (139), dunque non funziona come contrasto alla severità del resto del viaggio ma diventa una parte integrale della Commedia.

Online erschienen: 2024-11-13
Erschienen im Druck: 2024-10-21

© 2024 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Boston

Heruntergeladen am 3.10.2025 von https://www.degruyterbrill.com/document/doi/10.1515/dante-2024-0007/html?recommended=sidebar
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