Startseite Linguistik & Semiotik Das Universum als gefühlte Wahrheit jenseits des Wissens. Zum XXXIII. Gesang von Dantes Paradiso
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Das Universum als gefühlte Wahrheit jenseits des Wissens. Zum XXXIII. Gesang von Dantes Paradiso

  • Cornelia Klettke
Veröffentlicht/Copyright: 6. August 2016
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Riassunto

Il contributo evidenzia la particolare importanza che l’amore riveste per il cristiano alla ricerca della Verità. Lo sfondo concettuale del Canto XXXIII deriva dalla teologia di San Bernardo, la cui figura guida Dante-pellegrino verso la fine del suo viaggio. Teologia, questa, che prevede un nuovo rapporto del cristiano con un Dio-Padre misericordioso e con la Madre di Dio. Dante inscena la contemplazione mistica di Dio attraverso una serie di paragoni che non scaturiscono dall’esperienza che il poeta fa di Dio bensì, grazie ad una figuratività comprensibile per l’intelletto umano, costituiscono solo una rappresentazione attenuata dell’intuita sublimità del Divino. La vicinanza a Dio, di cui un estasiato può aver fatto esperienza nella propria visione, può essere resa solo indirettamente da chi scrive. L’Autore cerca di accostarsi all’essenza di Dio attraverso tre grandi immagini - il nodo, i cerchi trinitari e la quadratura del cerchio - rivelando le loro conformità strutturali: tutte e tre le immagini sono geometrizzazioni del Divino. Ogni volta viene esplicitamente messo in rilievo l’incrocio del concetto visivo con l’indicibile e irrappresentabile sentimento d’amore, collocando così la Verità in una sfera irraggiungibile. Come Cristo nel velo della Veronica, così Dante-uomo reale si trasforma e s’imprime, per così dire, nel tessuto sacro del suo »sacrato poema«. La nostra lettura intende mettere in risalto come il testo dantesco, soprattutto alla fine della Commedia, esalti l’amore, inteso come idea portante del Cristianesimo, quale culmine della sua intera opera.

Online erschienen: 2016-8-6
Erschienen im Druck: 2016-8-8

© 2016 by Walter de Gruyter Berlin/Boston

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