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Der wissende Pilger und der unwissende Reisende. Eine kursorische Lektüre des XXVI. Gesangs von Dantes Inferno

  • Bernhard Huss
Published/Copyright: August 6, 2016
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Riassunto

Questa lettura cursoria si propone di trattare il fondamentale problema del giudizio etico sul viaggio atlantico di Ulisse partendo dall’assunto che lo stesso Ulisse viene destinato da Dante alla condanna infernale e che le ragioni di tale scelta punitiva sono tuttora estremamente discusse dalla critica. Dal racconto autodiegetico dell’ultima azione della sua vita emerge l’immagine di un Ulisse viaggiatore ›inconsapevole‹: un uomo temerario di epoca precristiana, a cui manca necessariamente, così come al suo interlocutore Virgilio, qualsiasi tipo di ancoraggio teologico e di fede nella salvezza ultraterrena. Sulla base soprattutto della situazione comunicativa instauratasi nel canto XXVI, che esclude ›Dante‹, pellegrino consapevole, dal colloquio del poeta epico pagano con gli eroi epici dell’antichità precristiana, si mette qui in evidenza come il canto intenda fornire l’esplicita rappresentazione di un dislivello informativo escatologicamente determinato (ed escatologicamente determinante). Soltanto all’orizzonte conoscitivo cristiano si dischiude la consapevolezza che il pagano Ulisse, scaltrito e abilissimo negli inganni, si converte con la sua traversata marittima in un uomo ingannato e fuorviato, al quale la cognizione del vero significato del proprio agire rimane costantemente inattingibile persino nell’inferno.

Online erschienen: 2016-8-6
Erschienen im Druck: 2016-8-8

© 2016 by Walter de Gruyter Berlin/Boston

Downloaded on 19.12.2025 from https://www.degruyterbrill.com/document/doi/10.1515/dante-2016-0005/html
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