Band 81, Heft 1

Zusammenfassung Der vorliegende Beitrag untersucht die Möglichkeit einer Ur-Vita Nova, in der die Donna Pietosa oder Gentile, von der in den Paragraphen 24-27 die Rede ist, nicht erwähnt wird. Streicht man die vier angesprochenen Paragraphen, wäre es einzig Beatrice, die in einem libello von drei Neuner- Sequenzen (3 mal 9 gleich 27) gepriesen würde. Demnach hätte Dante die Paragraphen 24-27 nachträglich eingefügt. Für dieses hypothetische Vorgehen Dantes gibt es zwar keine anhand von Codices belegbaren, dafür aber stilistische Hinweise, an denen sich gut erkennen lässt, dass der Abbruch des Convivio schließlich den letzten Versuch des Autors darstellt, Beatrice und die Donna Gentile miteinander zu vereinbaren, ein Versuch, der dann zugunsten Beatrices aufgegeben wird.

Riassunto Il termine di intertestualità fu creato da Julia Kristeva e significa, tra l.altro, disseminazione e perdita del senso. Di conseguenza, nella critica letteraria, il concetto dell.intertestualità sensu Kristeva è stato applicato soprattutto nell.analisi di testi moderni, mentre alcuni critici addirittura ne negano la rilevanza per la letteratura medievale. Questo saggio cerca invece di dimostrare tramite l.analisi di tre testi (Il romanzo di Tristano, Le Chevalier de la Charrette, Inferno V) come, già nel Medioevo, dei rapporti intertestuali potessero provocare un effetto di disseminazione. La struttura dei testi letterari può dunque mostrarsi in contraddizione con i presupposti epistemologici di un.epoca che credeva nell.incarnazione del verbo e dunque nella verità assoluta e nel senso garantito da Dio.

Riassunto Nel presente saggio viene esposto un nuovo approccio alla Commedia: una LECTURA GEOMETRICA basata su principi cosmologici e matematici. l'argomentazione inizia con una breve sintesi della metodologia derivata da determinati segni del linguaggio poetico di Dante, in particolare dal nome BEATRICE. Tramite l'analisi di una ventina di passi scelti dalle tre cantiche del poema sarà poi dimostrata l'attendibilità degli strumenti critici utilizzati.

Riassunto La lectura presente dimostra in che modo Dante, in Purgatorio I'esplica due fondamenti della sua poetica medievale. In primo luogo, Dante trasforma la discontinuità storica in una continuità escatologica, garantita dal piano salvifico della provvidenza divina. Ciò si mostra nell.exordium virgiliano e nella figura di Catone, che non è presentato come un eroe della res publica romana, ma viene inserito, in modo allegorico, nel percorso salvifico della religione cristiana. In secondo luogo, si nota come Dante dinamizzi l'azione non grazie a categorie temporali, ma spaziali. Così, il significato della narrazione corrisponde perfettamente al concetto medievale della trasformazione mondana come translatio spaziale e quindi non come differenza temporale.

Riassunto Il contributo è dedicato in primo luogo a due disegni del manoscritto della Divina Commedia illustrata da Botticelli (Inf. XVIII e Inf. XXVI). L'analisi delle illustrazioni evidenzia la problematica della trasposizione del testo dantesco nel medium artistico: risulta, infatti, che in Botticelli l'aspetto individuale del peccato viene quasi del tutto a mancare. Ma il confronto tra testo ed illustrazione contribuisce ad accentuare proprio questo aspetto individuale come un tratto saliente della visione dantesca. A partire da questo risultato la discussione intorno alla .modernità. del testo di Dante e al suo rapporto con l'ortodossia cristiana appare in una nuova luce.

Riassunto Il presente contributo intende approfondire i diversi significati attribuiti alla figura di Ulisse così come viene presentato da Dante nel XXVI canto dell.Inferno. L.interpretazione della critica tedesca dantesca attuale si divide principalmente in due tendenze: secondo Karlheinz Stierle, Ulisse rappresenta essenzialmente la proiezione del desiderio di conoscenza dello stesso Dante nel quale è insita una pulsione autodistruttiva; per Reinhard Klesczewski, invece, in Ulisse sono raffigurati i tratti della curiositas eccessiva e dell'hybris. Entrambe le tendenze convergono nella lettura del XXVI canto proposta da Primo Levi. Tuttavia vengono arricchite da una fondamentale dimensione supplementare rispetto a quella originaria dell'Ulisse dantesco: la prospettiva del narratore dopo Auschwitz.