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Tra Laura e Petrarca. Uso e funzioni del paragone nei ritratti di petrarchiste

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Petrarca und die bildenden Künste
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Muriel Maria Stella BarberoTra Laura e Petrarca. Uso e funzioni del paragone nei ritratti di petrarchiste1. La nuova figura della poetessa nel CinquecentoTra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento la letteratura femminile conobbe in Italia uno sviluppo e un’espansione senza precedenti. Le poetesse, sempre più nume-rose, cominciarono in questo periodo ad acquisire una coscienza di gruppo e a forgiare la propria identità, ritagliandosi un ruolo di prim’ordine all’interno dell’ambiente let-terario petrarchista.1 Tra le molte strategie messe in campo per inserirsi in quanto sog-getti lirici femminili in un sistema espressivo essenzialmente maschile nelle sue strutture come quello petrarchista vi fu quella di presentarsi come ‘nuove Laure’, assumendo, accanto al ruolo di soggetti della propria poesia, anche quello di oggetti o muse della poesia altruiovvero quella dei poeti a loro contemporanei.2L’associazione delle poetesse alla Laura petrarchesca è un fenomeno diffuso e ampia-mente documentato nel Cinquecento: basti citare in questa sede il caso particolarmente esplicito di un’orazione anonima tenutasi all’Accademia Fiorentina nel 1547, in occa-sione della morte di Vittoria Colonna, nella quale la poetessa è paragonata a Laura e dichiarata a lei superiore, proprio in virtù della sua attività letteraria e della sua erudi-zione. L’autore dell’orazione sottolinea infatti come Petrarca non potesse “già nella san-tissima filosofia naturale e sopra naturale lodarla [Laura] veramente come si può lodare la nostra gloriosa marchesa, ma sopra tutto nella divinissima poesia, della quale mera-vigliato il Petrarca veneziano [i.e. Bembo] cantò”.3 L’eloquenza e il ricorso alla scrittura poetica sono quindi presentati come essenziali elementi di discrimine tra la ‘vecchia’ e la ‘nuova’ musa, e marcano allo stesso tempo una distanza, intesa anche in senso quali-tativo, tra due epoche.4 L’accresciuto valore della musa si riverbera di necessità anche sul poeta che ne canta le lodi, in questo caso Pietro Bembo, a cui l’oratore si riferisce con la perifrasi “Petrarca veneziano”, rafforzando così l’idea di un rapporto poeta-musa tra i due letterati, modellato su quello tra Petrarca e Laura.L’emergenza della figura ibrida della poetessa-musa fu favorita nel Rinascimento dalla forte funzione sociale affidata alla poesia lirica all’interno della società di corte e, soprattutto, dall’evoluzione in senso dialogico-epistolare dei canzonieri cinquecente-schi.5 Si può quindi affermare che la sua esistenza sia, in un certo senso, frutto di una
© 2021 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Munich/Boston

Muriel Maria Stella BarberoTra Laura e Petrarca. Uso e funzioni del paragone nei ritratti di petrarchiste1. La nuova figura della poetessa nel CinquecentoTra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento la letteratura femminile conobbe in Italia uno sviluppo e un’espansione senza precedenti. Le poetesse, sempre più nume-rose, cominciarono in questo periodo ad acquisire una coscienza di gruppo e a forgiare la propria identità, ritagliandosi un ruolo di prim’ordine all’interno dell’ambiente let-terario petrarchista.1 Tra le molte strategie messe in campo per inserirsi in quanto sog-getti lirici femminili in un sistema espressivo essenzialmente maschile nelle sue strutture come quello petrarchista vi fu quella di presentarsi come ‘nuove Laure’, assumendo, accanto al ruolo di soggetti della propria poesia, anche quello di oggetti o muse della poesia altruiovvero quella dei poeti a loro contemporanei.2L’associazione delle poetesse alla Laura petrarchesca è un fenomeno diffuso e ampia-mente documentato nel Cinquecento: basti citare in questa sede il caso particolarmente esplicito di un’orazione anonima tenutasi all’Accademia Fiorentina nel 1547, in occa-sione della morte di Vittoria Colonna, nella quale la poetessa è paragonata a Laura e dichiarata a lei superiore, proprio in virtù della sua attività letteraria e della sua erudi-zione. L’autore dell’orazione sottolinea infatti come Petrarca non potesse “già nella san-tissima filosofia naturale e sopra naturale lodarla [Laura] veramente come si può lodare la nostra gloriosa marchesa, ma sopra tutto nella divinissima poesia, della quale mera-vigliato il Petrarca veneziano [i.e. Bembo] cantò”.3 L’eloquenza e il ricorso alla scrittura poetica sono quindi presentati come essenziali elementi di discrimine tra la ‘vecchia’ e la ‘nuova’ musa, e marcano allo stesso tempo una distanza, intesa anche in senso quali-tativo, tra due epoche.4 L’accresciuto valore della musa si riverbera di necessità anche sul poeta che ne canta le lodi, in questo caso Pietro Bembo, a cui l’oratore si riferisce con la perifrasi “Petrarca veneziano”, rafforzando così l’idea di un rapporto poeta-musa tra i due letterati, modellato su quello tra Petrarca e Laura.L’emergenza della figura ibrida della poetessa-musa fu favorita nel Rinascimento dalla forte funzione sociale affidata alla poesia lirica all’interno della società di corte e, soprattutto, dall’evoluzione in senso dialogico-epistolare dei canzonieri cinquecente-schi.5 Si può quindi affermare che la sua esistenza sia, in un certo senso, frutto di una
© 2021 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Munich/Boston

Chapters in this book

  1. Frontmatter I
  2. Inhaltsverzeichnis V
  3. Vorwort VII
  4. Sein in der Landschaft. Dante, Petrarca und die Anfänge der frühneuzeitlichen Landschaftsmalerei 1
  5. Manus et ingenii monumenta. Petrarca, Giotto, Simone e lo status sociale dell’artista 21
  6. Petrarca, Giotto und die Personifikationsallegorie 41
  7. „Quanta vis …“: Fragmente einer Kunsttheorie in Petrarcas De remediis? 59
  8. “In libris Apellem”. Testi sull’arte antica nella biblioteca di Petrarca 93
  9. La tavolozza del Canzoniere 111
  10. Petrarca e l’ecfrasis: tecniche descrittive e arte poetica 131
  11. Praetexti. Sull’illustrazione dei Trionfi di Francesco Petrarca 153
  12. Trionfi e ecfrasi 189
  13. Petrarca im Schatten des Vesuv: Jacopo Sannazaro, Francesco Laurana und der Mythos von Donna Laura 217
  14. RVF lxxvii–lxxviii and the rhetoric of painted words 243
  15. Tra Laura e Petrarca. Uso e funzioni del paragone nei ritratti di petrarchiste 265
  16. “Per dipingere una bella”. Raffaello, Castiglione e una lettera in cerca d’autore 291
  17. A Petrarchan Eye-Opener on Pieter Bruegel’s Road to Calvary 311
  18. „wo Dein Bild gemalt ist mit der geliebtesten Laura“. Petrarca in der Kunst der deutschen Romantik 323
  19. La donna immaginata. Petrarcas Laura und die Künstlerinnen im viktorianischen England 347
  20. Autorschaftsmetamorphosen – die Petrarca- Ikonographie vom 16. bis zum 19. Jahrhundert als autorstiftende Porträtpolitik 365
  21. Kurzbiografien der Autoren 389
  22. Namensverzeichnis 395
  23. Verzeichnis der Werke Petrarcas 427
  24. Handschriftenverzeichnis 431
  25. Abbildungsnachweis 433
  26. Farbtafeln 437
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