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Traduzione

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L’ ›Ermotimo‹ di Luciano
This chapter is in the book L’ ›Ermotimo‹ di Luciano
132 | Testo Traduzione La traduzione del testo è stata eseguita consultando, là dove necessario, anche altre traduzioni in lingue moderne. In modo particolare, l’ultima traduzione ita-liana di Longo è senza dubbio esemplare per la resa moderna dell’eloquio e la fedeltà al testo originario8. Degne di considerazione sono anche le traduzioni di Kilburn9, Dumont10 e quella più recente di von Möllendorff11. 1. Licino A giudicare dal libro e dal passo veloce, Ermotimo, sembra che tu stia correndo dal tuo maestro. Durante il tuo percorso pensavi a qualcosa, muovevi le labbra, mormorando a bassa voce, e agitavi la mano di qua e di là, come se stessi tenendo un discorso a te stesso, ordinando i termini di una delle questioni con-torte o meditando su un problema sofistico. Così, nemmeno quando cammini ti concedi un momento di distensione, ma resti sempre attivo, impegnato in qual-cosa di serio e di utile per i tuoi studi. Ermotimo Per Zeus, Licino, è così! Stavo pensando alla lezione di ieri, riper-correndo con la mente ciò che ci ha detto. Secondo me non dovrebbe perdere nemmeno un momento chi sappia che è vero il detto del medico di Coo: ʻla vita è breve, ma lunga è l’arteʼ. Chiaramente egli lo diceva in riferimento alla medicina, che è una disciplina più facile da imparare. La filosofia, invece, anche dopo molto tempo, resta inaccessibile, a meno che non si rimanga svegli a lungo, tenendo sempre fisso e saldo lo sguardo su di essa. E il rischio, poi, non è da poco: o essere infelice, sperduto nella massa degli stolti, oppure godere della felicità del filo-sofo. 2. Licino Di quali premi meravigliosi ci parli, Ermotimo! Credo che tu non ne sia lontano, a giudicare da quanto tempo studi filosofia e, ancora, dalla non poca fatica cui ti sottoponi, a quanto pare, già da molto tempo. Se ricordo bene sono quasi vent’anni che non ti vedo fare altro se non frequentare i maestri e, per lo || 8 Longo, 1976, vol. I, pp. 706-803. È imprescindibile ricordare anche la traduzione di Settem-brini, 1861-1862, che è di per sé una testimonianza letteraria di grande pregio, cui è stato ricono-sciuto giustamente il carattere di “classico” (Gigante, 1977, pp. 111-113). In questa sede è neces-sario avvertire il lettore della scarsa affidabilità della recente ristampa di questa traduzione ad opera di Fusaro, 2007, il quale interviene surrettiziamente nel testo, modificando con un note-vole grado di arbitrarietà la resa originale. A tal proposito si veda la dettagliata recensione di Condello, 2014, pp. 40-41.9 Kilburn, 1959, pp. 260-415. 10 Dumont, 1993. In taluni passaggi è stata illuminante anche la resa di Talbot, 1912. 11 von Möllendorff, 20001, pp. 22-138. Vedi anche le opportune osservazioni di Nesselrath in Bryn Mawr Classical Review 2001.05.10.
© 2020 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Munich/Boston

132 | Testo Traduzione La traduzione del testo è stata eseguita consultando, là dove necessario, anche altre traduzioni in lingue moderne. In modo particolare, l’ultima traduzione ita-liana di Longo è senza dubbio esemplare per la resa moderna dell’eloquio e la fedeltà al testo originario8. Degne di considerazione sono anche le traduzioni di Kilburn9, Dumont10 e quella più recente di von Möllendorff11. 1. Licino A giudicare dal libro e dal passo veloce, Ermotimo, sembra che tu stia correndo dal tuo maestro. Durante il tuo percorso pensavi a qualcosa, muovevi le labbra, mormorando a bassa voce, e agitavi la mano di qua e di là, come se stessi tenendo un discorso a te stesso, ordinando i termini di una delle questioni con-torte o meditando su un problema sofistico. Così, nemmeno quando cammini ti concedi un momento di distensione, ma resti sempre attivo, impegnato in qual-cosa di serio e di utile per i tuoi studi. Ermotimo Per Zeus, Licino, è così! Stavo pensando alla lezione di ieri, riper-correndo con la mente ciò che ci ha detto. Secondo me non dovrebbe perdere nemmeno un momento chi sappia che è vero il detto del medico di Coo: ʻla vita è breve, ma lunga è l’arteʼ. Chiaramente egli lo diceva in riferimento alla medicina, che è una disciplina più facile da imparare. La filosofia, invece, anche dopo molto tempo, resta inaccessibile, a meno che non si rimanga svegli a lungo, tenendo sempre fisso e saldo lo sguardo su di essa. E il rischio, poi, non è da poco: o essere infelice, sperduto nella massa degli stolti, oppure godere della felicità del filo-sofo. 2. Licino Di quali premi meravigliosi ci parli, Ermotimo! Credo che tu non ne sia lontano, a giudicare da quanto tempo studi filosofia e, ancora, dalla non poca fatica cui ti sottoponi, a quanto pare, già da molto tempo. Se ricordo bene sono quasi vent’anni che non ti vedo fare altro se non frequentare i maestri e, per lo || 8 Longo, 1976, vol. I, pp. 706-803. È imprescindibile ricordare anche la traduzione di Settem-brini, 1861-1862, che è di per sé una testimonianza letteraria di grande pregio, cui è stato ricono-sciuto giustamente il carattere di “classico” (Gigante, 1977, pp. 111-113). In questa sede è neces-sario avvertire il lettore della scarsa affidabilità della recente ristampa di questa traduzione ad opera di Fusaro, 2007, il quale interviene surrettiziamente nel testo, modificando con un note-vole grado di arbitrarietà la resa originale. A tal proposito si veda la dettagliata recensione di Condello, 2014, pp. 40-41.9 Kilburn, 1959, pp. 260-415. 10 Dumont, 1993. In taluni passaggi è stata illuminante anche la resa di Talbot, 1912. 11 von Möllendorff, 20001, pp. 22-138. Vedi anche le opportune osservazioni di Nesselrath in Bryn Mawr Classical Review 2001.05.10.
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